Dea Luna Paestum

Il nome Dea Luna trae origine dal mito. Il termine Noctiluna (o Noctiluca) proviene probabilmente da “lux in nocte”, significa infatti “luce nella notte” e viene riferito alla luna. Gli antichi romani usavano questo termine per indicare i festeggiamenti in onore della Dea Luna, il 24 agosto. La Dea Luna (chiamata anche “Luna Noctiluca”) viene rappresentata, come Selene, con una fiaccola in mano. Essa era una divinità molto antica, era infatti già venerata dai Sabini e dagli Etruschi. Ma è con i Romani, però, che vide il suo massimo splendore e le furono dedicati tre templi: uno sul Palatino, uno sul Campidoglio e un altro sull’Aventino (fondato da Servio Tullio). Durante i festeggiamenti, in cui si celebrava la femminilità, si chiedeva fertilità e abbondanza per cui, questi santuari, erano illuminati con centinaia di torce e candele per tutta la notte.

La leggenda vuole che i romani, al fine di propiziare il raccolto, nelle notti di plenilunio, erano soliti spargere del latte di bufala, sui campi, in favore della Dea Luna.

Dea Luna sorge a Capaccio Paestum in quella che un tempo era un agglomerato di case sparse in un territorio paludoso. Su quelle strade carraie passavano il re Borbone, con il suo seguito, o i signori dell’Europa colta che, con il cosiddetto GranTour, che si recavano a Paestum per prendere contatto con le vestigia della civiltà Greca. A questi danarosi clienti, indolenti e macilenti massari offrivano, come prelibatezza, la “provatura” del formaggio di bufala. Cosi era chiamata la mozzarella in quell’epoca, e la sua produzione non era organizzata. Quello strano formaggio, fresco e gustosissimo, veniva usato come test per la salatura del futuro formaggio, ma il latte di bufala, denso, grasso e pieno di sapore, gli conferiva un gusto caratteristico che subito entusiasmava chi l’assaggiava. Questa pasta fresca e filante, veniva “mozzata” a mano e da questa operazione è derivato il nome.

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