La leggenda vuole che i romani, al fine di propiziare il raccolto, nelle notti di plenilunio, erano soliti spargere del latte di bufala, sui campi, in favore della Dea Luna.
Dea Luna sorge a Capaccio Paestum in quella che un tempo era un agglomerato di case sparse in un territorio paludoso. Su quelle strade carraie passavano il re Borbone, con il suo seguito, o i signori dell’Europa colta che, con il cosiddetto GranTour, che si recavano a Paestum per prendere contatto con le vestigia della civiltà Greca. A questi danarosi clienti, indolenti e macilenti massari offrivano, come prelibatezza, la “provatura” del formaggio di bufala. Cosi era chiamata la mozzarella in quell’epoca, e la sua produzione non era organizzata. Quello strano formaggio, fresco e gustosissimo, veniva usato come test per la salatura del futuro formaggio, ma il latte di bufala, denso, grasso e pieno di sapore, gli conferiva un gusto caratteristico che subito entusiasmava chi l’assaggiava. Questa pasta fresca e filante, veniva “mozzata” a mano e da questa operazione è derivato il nome.